Tab Article
Ripercorrendo la pluralità delle tradizioni letterarie dei maggiori autori irlandesi del Novecento, ci soffermiamo sul poliedrico Macdara Woods (1942) e sulla sua produzione poetica. Woods è un inarrestabile globetrotter e un outsider: incentrati sul mito del viaggio, inteso come libero vagabondare alla ricerca di spazi sempre nuovi, i versi di Woods non conoscono staticità, trasportandoci lontano sulle onde del loro ritmo. Questo tendere verso «nuove frontiere» diventa non solo esaltazione di quel tipo di libertà che le grandi distanze sanno infondere, ma soprattutto la ricerca drammatica di una verità esistenziale: si compie così l'archetipico viaggio di ricerca verso la conoscenza di sé per approdare alla scoperta di un'insospettata alterità. È un peregrinare che termina in Italia, in Umbria, la sua Itaca, dove il poeta si sente libero e dove può lavorare indisturbato trasformando i suoi pensieri in versi. Il paesaggio umbro, evocato nella sua pace, è infatti il luogo mentale di riconciliazione delle differenze e dell'incontro tra eredità storica e presente.